In una buona relazione di allattamento la mamma impara a cogliere, anche inconsapevolmente, i segnali del proprio bimbo – il tono muscolare, il tipo di respirazione, il livello di vigilanza, il calore del corpo, l’afflusso di sangue – e il bimbo può fare esperienza della realtà e del mondo che, nei primi giorni di vita, sono la madre stessa.

D.W. Winnicott, parlò così del legame tra mamma e neonato:

“Non lasciate che una persona prenda in braccio il vostro bambino, se capite che ciò non ha alcun significato per lei.
Il latte della madre non affluisce come un’escrezione, ma è una risposta a uno stimolo e lo stimolo è la vista, l’odore e la sensazione del suo bambino e il suo pianto che segnala un bisogno. La madre è la sola persona che può in modo appropriato presentare il mondo al bambino in una forma che abbia un senso per lui. Essa sa come farlo, non perché sia addestrata e abile, ma solo perché è la madre”.

Affinché questo sia possibile è importante che la madre si dedichi prevalentemente a osservare il proprio bambino. Osservare in una modalità non passiva è fondamentale per creare quel clima emotivo di interesse e favorevole al proseguimento della relazione.

Per questo motivo le mamme vanno sostenute e incoraggiate, non vanno lasciate sole nè distratte, devono potersi occupare del loro bambino,  hanno bisogno di tempo per dedicarsi alla reciproca conoscenza e per concentrarsi quasi esclusivamente sull’allattamento e sul recupero delle energie.

 

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Sono Olga Pasin, psicologa perinatale, consulente sul sonno dei bambini, parent coach. Il mio lavoro è sostenere le persone e dare loro gli strumenti per vivere serenamente e in equilibrio, sia come singoli che come componenti di una famiglia. Leggi di più

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